volodine

“Si alza, Djimmy Iougriev, un parvenu della nuova era, e per lui come per il resto del mondo la mattina inizia male, fuori soffia un vento polveroso, la capitale è sommersa sotto una grandine sottile, come una volta lo erano i villaggi nel deserto durante la tempesta, al tempo delle oasi, al tempo in cui le dune non si erano ancora spinte fuori dai loro letti torridi per scivolare sopra regioni che erano state prospere e soffocarle fino a farle cedere al dominio incontrastato del nulla, al tempo in cui sulle mappe i nomi dei Paesi avevano ancora un significato, nomi anche molto belli come Ontario, Dakota, Michigan, Cukotka, Burazia, Laos, ai tempi dell’antico sistema di mercato, dei vecchi dollari, dei vecchi campi, e oggi la capitale è sferzata dal vento, contro le case crepita il respiro della terra morente e, quando Djimmy Iougriev entra nel bagno che, malgrado il lusso dell’appartamento, nessuna lastra di vetro isola dagli assalti esterni, la sabbia gli punge le mani e il viso, e lui rimane inebetito, deluso dalla natura friabile della materia, dietro cui percepisce anche la natura fragile della sua stessa esistenza, e poi guarda attraverso il lucernario che dà verso ovest, della città vede soltanto strascichi mobili e marziani, rosso mattone, rosso ocra, e, dopo aver chiuso gli occhi e tossito, poiché lievissime particelle di pietra gli sono scivolate in gola e sotto le palpebre, gira il rubinetto del lavandino e non esce niente, e brontola qualche commento su questa mattinata che comincia male, e la sua mente rimugina su questa idea di inizio restituendogli le impressioni del risveglio, dell’attimo in cui ha smesso di dormire, sentendo la grandine di sabbia contro i vetri…” (pag. 139-140)



Una replica a “volodine”

  1. questo posto finalmente si spalanca in maniera sontuosa.
    e ora sorge la domanda, quanti angeli minori ballano su un granello di pulviscolo?

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Appunti, letture, scritture di ogni tipo. Quello che mi interessa e quello che non mi interessa. Considerazioni sui margini e no. Tutto sul niente, o più probabilmente niente su tutto.

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